Domina impetuoso il golfo di Napoli, si erge per i suoi 1280
metri di altezza padroneggiando i alcuni dei posti più belli al mondo,
ergendosi ricco di vegetazione nel versante sud-orientale della città
Napoletana.
Il Vesuvio, svetta e dorme ormai da parecchio, ma non è
affatto un vulcano spento, almeno per gli esperti, ed in realtà sembra
nascondere nelle sue viscere una rabbia inaspettata, quella rabbia nascosta che
un tempo conobbero gli abitanti di
Pompei.
Ma niente paura, seppur l’evento vulcanico non è prevedibile
nel corso del tempo, tuttavia gli esperti studiano di continuo l’umore del
monte Vesuvio, quindi se dovete andare a trascorrere una vacanza nel
Napoletano, fatelo in tutta tranquillità.
Per i turisti il Vesuvio è un posto molto apprezzato,
raggiungibile da diversi paesi sparsi alle pendici, il monte è percorso da
sentieri e strade immerse nella natura, i sentieri raggiungibili con guide
specializzate offrono all’occhio e all’anima le bellezze più tenere e nascoste
della natura, dai vigneti ai boschetti di macchia mediterranea, alle alture
rocciose. Posti incredibili per ammirare panorami stupendi tra cielo e mare, il
tutto nel silenzio rumoroso di madre natura.
I tramonti e il sorgere del sole viste dal Vesuvio lasciano
veramente a bocca aperta, flora e fauna si equilibrano perfettamente tra i
borghi storici, alcuni tra i più belli del mondo o quantomeno della bellissima
Italia.
Quanto sopra ovviamente è monitorato e controllato
seriamente dalle autorità del luogo per la protezione dell’ambiente, ed infatti
il Vesuvio è proprio il centro del vasto parco ambientale nazionale da cui
prende il nome.
Il parco nazionale del Vesuvio è stato istituito nel 1995
per il grande interesse geologico, biologico e storico che il suo territorio
rappresenta.
La sua sede è collocata nel comune di Ottaviano.
È stato istituito principalmente per:
·
conservare i valori del territorio e
dell'ambiente, e la loro integrazione con l'uomo;
·
salvaguardare le specie animali e vegetali,
nonché le singolarità geologiche;
·
promuovere attività di educazione ambientale, di
formazione e di ricerca scientifica.
(fonte wikipedia)
La parte rabbiosa del
Vesuvio
Su Wikipedia è descritta perfettamente la faccia oscura del
vulcano Napoletano, ecco cosa viene riportato:
“Dal 1631 al 1944, il Vesuvio è stato un vulcano
"addomesticato", cioè ha seguito un andamento eruttivo continuo, col
condotto praticamente sempre aperto, di modo tale che era possibile intuire le
eruzioni. L'andamento ciclico della sua attività qui descritto fu riconosciuto
da William Hamilton, Frank A. Perret, Giovanni Battista Alfano e Friedlander.
Eruzione del Vesuvio del 1794, con la processione
dell'Immacolata
Dopo una grande eruzione (tipo quella del 1631, 1872 o 1906)
tutto il magma è stato eiettato e il condotto, svuotato, fa crollare la parte
sommitale. Il Vesuvio quindi entra in un periodo di riposo (quiescenza) che
dura in media tra i 3 e i 7 anni, durante i quali il cratere emette solo gas.
Successivamente, piccole esplosioni di ceneri sul fondo del cratere cominciano
a costruire un cono di scorie, le cui dimensioni possono aumentare a seconda
della pressione che comincia ad accumularsi nella camera magmatica, e che danno
il via ad un'attività persistente che può durare da un minimo di 7 ad un
massimo di 30 anni. In questo periodo, le scorie accumulate formano una vera e
propria piattaforma che finirà per occupare completamente il cratere stesso,
generando spesso piccole colate esterne, che però sono di piccolo volume e
causano pochi danni (esempio di quest'attività sono la formazione dei colli
"Margherita" ed "Umberto", o le eruzioni del 1805 o 1929).
Fotografia originale a colori dell'Eruzione del Vesuvio del
1944, vista da Napoli
Quando la pressione accumulatasi giunge al limite, il cono
comincia a fratturarsi, ed ha inizio l'eruzione finale, che dura al massimo
due/quattro settimane. Dopo una prima abbondante tracimazione di lava, si ha un
periodo di rallentamento dell'attività seguito da una fase esplosiva finale,
relativamente breve, ma assai più violenta (e pericolosa) della precedente,
durante la quale si generano una o più ciclopiche nubi eruttive che spazzano
via la parte terminale del cono. Questa violenta fase può durare un paio di
giorni al massimo, e segna la fine dell'eruzione e del ciclo. Il cratere,
svuotato, frana su sé stesso, ed il Vesuvio ricade nel periodo di quiescenza
che segna l'inizio di un nuovo ciclo.
Il periodo dell'attività più intenso fu durante la seconda
metà del XVIII secolo, con cicli della durata media di 10-15 anni; il meno
prolifico, quello del 1872 - 1944, con due cicli della durata di 34 e 38 anni.
Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio cadde in uno stato di quiescenza che dura
tuttora: in base ai cicli abituali, la ripresa dell'attività eruttiva appare
dunque fortemente in ritardo.
Stato attuale
Interno del cratere
Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio è in fase di
quiescenza. Tale periodo di riposo, in base alla descrizione del ciclo sopra
descritta, appare atipico, in quanto la ripresa dell'attività eruttiva pare
fortemente in ritardo. Per questo, si ritiene che il Vesuvio sia uscito dal
tipo di attività fino a ora studiato, caratterizzato da un condotto
praticamente sempre aperto sin dal 1631.
Tuttavia, nel 2001, una ricerca condotta dalle Università di
Napoli e di Nizza, e i cui risultati sono stati pubblicati su Science[9], ha
permesso di accertare che a una profondità di circa otto chilometri sotto la
superficie è presente un accumulo di magma che si estende per circa
quattrocento chilometri quadrati, dal centro del golfo di Napoli fino quasi ai
contrafforti preappenninici. Per via di ciò, è lecito aspettarsi i segnali di
una ripresa dell'attività in qualunque momento: quindi, il Vesuvio è
strettamente monitorato.”