Conosciamo Catherine Zeta Jones come la moglie di Michael Douglas, come la vincitrice del premio Oscar per
l’acclamato “Chicago”, come
protagonista in film di successo come “La maschera di Zorro”, “Entrapment”,
“Traffic”, “Prima ti sposo, poi ti rovino” e tanti altri ancora. Negli ultimi
anni l’abbiamo conosciuta più
vulnerabile nei panni di “se stessa”: ha infatti ammesso di aver sofferto
di sindromi ipomaniacali dovute al disturbo
bipolare di tipo II, alternando momenti di ipomania a momenti di mania
depressiva persistente (e ricorrendo spesso a dei ricoveri in Ospedale).
In cosa consiste il disturbo bipolare?
Viene spontaneo chiedersi in cosa consista più precisamente la patologia della bell’attrice gallese. Ebbene, il disturbo bipolare colpisce 1 persona su 100 e si caratterizza per gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti; si alternano quindi periodi di euforia a periodi di profonda disperazione (senza ragioni apparenti), da fasi maniacali a ipomaniacali. E il tutto più volte durante la vita. Ecco perché si consiglia di non trascurare il disturbo bipolare per alcun motivo, dal momento che questo può causare gravi sofferenze, fino a risultare invalidante.
Non esiste una cura definitiva per il disturbo bipolare
Alla base di questo diffuso disturbo, vi possono essere fattori biologici, genetici e ambientali e, purtroppo ad oggi, non esistono cure definitive per il disturbo bipolare. Tuttavia, se tenuto sotto controllo con adeguate terapie farmacologiche, i soggetti bipolari possono condurre una vita normale e produttiva. È inoltre bene tenere a mente che tali trattamenti non devono essere prolungati, al fine di evitare effetti indesiderati. E questo lo sa bene non solo la nostra CatherineZeta Jones, ma anche altri volti noti dello spettacolo (e non solo):
- Jean Claude Van Damme
- Ben Stiller
- Robbie Williams
- Mike Tyson
- Mel Gibson
- Giacomo Leopardi
- Ludwig Van Beethoven
- Kurt Cobain
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